io accuso.
io accuso il governo conte.
io accuso il governo conte di essere responsabile delle migliaia di morti di anziani nelle case di riposo, nelle residenze sanitarie assistenziali dove maggiore e immediata dovrebbe essere stata la cura e l’attenzione, il riparo al momento in cui si seppe nel mondo che una pandemia – sottovalutata invece, minimizzata – era esplosa, e dove tutto è stato lasciato a improvvisate e pasticciate decisioni che si sono rivelate fatali. chi pagherà per questo?
io accuso il governo conte di essere responsabile delle morti delle decine e decine di operatori sanitari – infermieri, medici, portantini – che sono andati in prima linea a combattere mandati allo sbaraglio, letteralmente a mani nude, senza un piano sanitario di mobilitazione nazionale, senza la benché minima idea di che cosa stesse accadendo, senza la minima protezione. chi pagherà per questo?
io accuso il governo conte di essere responsabile delle morti in carcere durante le rivolte esplose per la totale indifferenza ministeriale rispetto al panico che a ragione andava diffondendosi – non solo tra i detenuti ma anche gli operatori penitenziari, chiusi come bestie in un vagone piombato, gli uni e gli altri possibili portatori di contagio – e che verrà ricordata, se mai recupereremo il senno, come la più grave strage accaduta nelle prigioni italiane dal dopoguerra. chi pagherà per questo?
io accuso il governo conte di essere stato fin da subito troppo sensibile alle logiche dell’economia e del profitto che la voce padronale ha sempre preteso non fermarsi mai, non disponendo alcuna serie di regole per la produzione e i servizi e, soprattutto, la mobilità dei lavoratori, continuando a inserire uno dietro l’altro codici ateco e filiere di produzione e quell’escamotage da clausole scritte piccole piccole in un contratto che è stato il silenzio-assenso, per cui si è continuato a andare nelle fabbriche e altri posti di lavoro come se nulla fosse, pagando un prezzo salato in vite e salute. chi pagherà per questo?
io accuso il governo conte di avere fatto il cioccolataio in europa, tra manfrine, giravolte e trattative da magliari, rispetto una reale straordinarietà di interventi della commissione europea, di cui avremmo bisogno come l’aria e su cui occorrerebbe vigilare con estrema attenzione perché non vadano a chi ha già, preoccupato solo di tenere assieme un traballante e debole governo senza alcuna autorevolezza politica, continuando a dare un’immagine desolante di un paese che pure nella catastrofe più assoluta accaduta dall’ultima guerra si preoccupava di più della spartizione delle cariche apicali a scadenza negli enti di stato – uno a me uno a te – che di avere finanziamenti certi e solidi su cui potere affrontare i mercati azionari dei titoli. e quindi ulteriormente caricandoci di debiti di interesse. chi pagherà per questo?
io accuso il governo conte di avere prodotto una ulteriore frammentazione tra centro e regioni, tra regioni e sindaci – dando il via a una altalena di comportamenti ora permissivi ora intolleranti, il cui unico risultato è stato che ogni regione si è comportata a modo suo, ogni sindaco si è comportato a modo suo, da quello #nonsiferma a quello che voleva alzare i ponti levatoi sullo stretto di messina. con il paradosso che se il governatore della calabria, santelli, decide ora unilateralmente di aprire, viene sanzionata, ma quando decideva unilateralmente di chiudere i confini della regione, contravvenendo le disposizioni governative, veniva lasciata stare. tutta questa altalena non ha fatto che produrre e moltiplicare disagi e difficoltà e disorientamento nella popolazione, abbandonata ai capricci, alla ricerca del consenso, ma anche ai personalissimi convincimenti di questo o quel cacicco. chi pagherà per questo?
io accuso il governo conte di avere ulteriormente divaricata la differenza storica territoriale tra il nord e il sud, applicando scriteriatamente il confinamento dove non c’era alcuna emergenza di contagio e penalizzando vieppiù un’economia già indebolita dall’ultima crisi economica del 2008, privilegiando cioè le filiere produttive che sono concentrate al nord e non dando alcuna possibilità a quelle del sud, sprofondandole ancora. questo provoca già disperazione in tutta quella fascia di lavoro precario, saltuario che al sud è preminente e in centinaia di migliaia di famiglie legate al turismo, all’agricoltura, alla pesca alla piccola impresa edile – e lasciando intravedere un futuro ancora più nero. chi pagherà per questo?
io accuso il governo conte di avere esautorato la già fragile democrazia, impedendo peraltro ogni manifestazione di dissenso, ogni “assembramento”, andando avanti a colpi di decreti, spesso di dubbia costituzionalità, e instaurando uno “stile di governo” riprodotto nelle regioni, nei comuni dove ormai i consigli comunali e regionali sono un lontano ricordo, di cui non si sente alcuna necessità e spesso considerati con fastidio, lasciandoci un simulacro di partecipazione – lo spettacolo delle dirette facebook – la cui unica espressione consentita è la sudditanza. chi pagherà per questo?
io accuso il governo conte di governare con il favore del contagio – alimentando la paura, il timore, la paralisi nella popolazione e instillando la delazione, l’aggressione nei confronti di “figure sociali” di volta in volta additate come “untori”, ieri il runner o l’uomo con il cane a passeggio, oggi il parrucchiere, domani il ristoratore. provocando così un meccanismo di “cieco patriottismo” che si identifica solo con i decreti ministeriali e costruisce “nemici” solo in base al panico a arte diffuso, proprio come ieri verso i migranti. chi pagherà per questo?
il governo conte pagherà per questo?
io accuso il governo conte.
io accuso.
nicotera, 4 di maggio 2020.