«Parametri vitali attualmente stabili. La prognosi è altamente riservata». È fredda – come una luce da Pronto soccorso – la comunicazione degli Istituti Ospedalieri di Cremona sulle condizioni di Emilio, il militante del centro sociale Dordoni colpito ripetutamente alla testa e al volto con spranghe, domenica sera, e ricoverato all’ospedale Maggiore. Emilio è in coma. I suoi compagni parlano di «una emorragia cerebrale estesa».
Finita la partita Cremonese-Mantova è successo il finimondo. La polizia si aspettava uno scontro tra tifoserie delle due squadre, che sono storicamente arcinemiche. Siamo in Lega Pro, ma è sempre un derby. Invece, l’urto, dalle parti dello stadio Zini, è stato tra i fascisti di CasaPound e gli antagonisti del centro sociale Dordoni.
«Una cinquantina di persone si sono staccate dal gruppo di tifosi e hanno assaltato il centro sociale. Venivano da fuori, dalle città vicine. Quelli che abbiamo riconosciuto venivano da Parma e da Brescia ed erano di Casapound. È un attacco premeditato e scientificamente organizzato dai fascisti». Così recita un comunicato del Dordoni. Il derby, insomma, sarebbe servito di copertura per mettere assieme militanti di estrema destra di diverse città. E dare l’assalto al Dordoni. Messo sotto accusa è anche il comportamento della polizia, che avrebbe permesso ai fascisti di scappare via.
Sul sito del centro sociale, oltre a brevi comunicazioni sui fatti di domenica sera – più ricca di informazioni la loro pagina facebook – c’è un pezzo della loro storia. Delle loro battaglie. In particolare, per il diritto alla casa, contro l’emergenza abitativa. Si dà conto di alcuni sfratti bloccati. Si parla dell’opposizione al decreto Milleproroghe del governo, che avrebbe dovuto rinnovare il blocco degli sfratti, soprattutto per chi è in condizioni economiche svantaggiate, e che invece non lo contempla. Si esprime solidarietà a degli anarchici arrestati in un paese in provincia di Modena perché avevano indetto una manifestazione contro un presidio di Forza Nuova. Azione Antifascista. È un centro sociale, no? Dopo i fatti di domenica, e una affollata assemblea, hanno lanciato una manifestazione nazionale antifascista per il 24 gennaio da tenere a Cremona.
Sul sito di CasaPound Cremona, Iannone, che è il leader nazionale e che sembra andare a burro e alici con le dichiarazioni alla stampa, rovescia completamente le cose: «Oggi dopo la partita Cremonese-Mantova una decina tra nostri militanti e simpatizzanti sono stati aggrediti nel parcheggio dello stadio da militanti armati del centro sociale Dordoni. Uscendo dal bar adiacente lo stadio abbiamo trovato nel parcheggio un gruppo di autonomi usciti dal centro sociale armati di spranghe e bastoni a tenderci un agguato. Siamo stati caricati e ci siamo difesi». Con una faccia di pigna, parla anche di un loro “ferito grave” – anche se il questore di Cremona aveva già smentito. Anche il vicepresidente, Di Stefano, la racconta così, condendola con il vittimismo di chi è sempre aggredito, perseguitato, e che vorrebbe solo esercitare un proprio diritto sancito dalla Costituzione e dalle leggi. E che, perciò, è costretto a difendersi.
Le altre pagine del sito sono di maschia militanza “spalla a spalla”, di comunità socievole e eletta, di ingiurie contro le due ragazze rapite in Siria per la cui liberazione sarebbe stato pagato un considerevole riscatto – e qui si limitano a dire le stesse cose che dice il loro nuovo mentore, Salvini, della Lega – che finirà per finanziare un altro dei fratelli Kouachi, di un po’ di patriottismo per i due marò, da riportare a casa senza se e senza ma, di solidarietà verso Dieudonné, il comico antisemita costretto a fermare la sua tournée in Francia, di omaggio alla grandeur di Le Pen, padre, che dice che lui non è Charlie, di un invito a fare quadrato attorno a Assad. E un profluvio di immagini di Mussolini, di fasci, di camicie nere, dell’altrieri, di ieri e di oggi. E di domani. Insomma, loro sono i fascisti del terzo millennio. Un guazzabuglio di prese di posizione, dove, se hai pazienza, puoi trovare fili di una estrema destra europea, dalla Norvegia alla Germania, dalla Francia al Belgio. Nell’incubo delle tenebre / Latrano tutti i cani d’Europa.
C’è una spinta reazionaria, “a destra”, di classi sociali, ceti, elités, poteri forti e micropoteri, apparati, idee e opinioni diffuse nell’Europa intera. Sta in una risposta difensiva e aggressiva di fronte ai carichi della globalizzazione economica e politica e della costituzione dello spazio europeo. Di fronte all’emergere di nuovi conflitti, nuovi diritti, nuovi soggetti. E del fondamentalismo islamico. È una destra sociale, è una società di destra, è una eversione sociale. È un’Europa di destra. La sua spinta eversiva è più larga delle forme istituzionali assunte dalla destra conservatrice, benché spesso con questa si veicoli. Le sue rappresentazioni politiche sono minoritarie e talvolta risibili. Ma questo non rassicura per nulla: così è sempre stato, all’inizio. Questa nuova destra eversiva si colloca a fianco o dentro la destra istituzionale. L’incontro tra CasaPound e la Lega di Salvini ne è solo un esempio.
Contro questa destra, a me sembra che la “memoria istituzionale” non basti: che non basti il richiamo alla Resistenza europea, alla democrazia liberale. La democrazia “liberale” è già in crisi, non fa argine; e la Resistenza ha un valore evocativo importante per quel richiamo all’attenzione, al coinvolgimento, al prender parte, al carattere “morale” dell’indignazione. Ma è un valore del tutto impolitico.
Bisognerà parlarne. Intanto, retweetiamo #EmilioResisti!
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