Grillo, al Circo Massimo, perché non ti svesti come la Ferilli?

In verità, ci è andata bene. Perché per promuovere il prossimo appuntamento al Circo Massimo del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo avrebbe potuto rifarsi a un altro momento “storico” di quel luogo e abbigliarsi alla bisogna. Parlo dello strip di Sabrina Ferilli sul palco dove si festeggiava il terzo scudetto della Roma nel 2001. Sabrina, che lo aveva promesso in caso di vittoria della squadra giallorossa, si esibì in una passerella in bikini che fu memorabile: lei era in forma strepitosa, il bikini era praticamente invisibile e un milione di tifosi andarono doppiamente in deliquio. Trionfale.
Pensate ora se Beppe Grillo si fosse messo in bikini, ecco, invece che pavesato di una bandiera del Movimento girando su un segway – quella specie di monopattino a motore con le ruote grandi che si affittano per i turisti – straparlando di Romolo e Remo e Anco Marzio e divertendosi come un ragazzino. Ci è andata bene, ci è andata. Che magari, tonico sarà tonico e dopo la traversata dello Stretto di Messina chi potrebbe negarlo, però ecco, in bikini non dev’essere proprio un gran bel vedere.
Lo aveva chiesto dopo l’esibizione dei Rolling, il Circo Massimo, e le polemiche che ne erano seguite. I Rolling avevano pagato ottomiladuecento euro al Comune di Roma, per affittare il luogo. L’evento aveva mosso qualcosa sopra i sei milioni, di euro. Diciamo che sembrava lo dessero via per niente, quel luogo. E allora dovevano risistemare i parametri degli “affitti”.
Solo che la Soprintendenza – che da loro dipende l’autorizzazione – aveva espresso un primo parere contrario a concederla a Grillo. Così, il Beppe nazionale aveva iniziato a riempire il blog di suoi video e post in cui attaccava e sbertucciava il sindaco Marino e preannunciava che comunque l’appuntamento sarebbe stato rispettato, autorizzazione o meno.
Si era rivolto persino a Mick Jagger, Grillo, in uno dei suoi post, ricordando i trascorsi cinematografici con la di lui ex moglie, Jerry Hall, niente di memorabile, perché lo aiutasse a ottenere quel luogo. Alla fine gliel’hanno concesso, e hanno trovato un accordo sulla “sistemazione” del luogo, per i cessi e cose così: centomila euro, mica bruscolini. Tra una cosa e l’altra – il palco, gli stand, la comunicazione, la mobilità, i servizi – l’evento costerà non poco: cinquecentomila euro. Puntavano alla raccolta fondi tra iscritti e sostenitori, ma per ora sono ben lontani. Grillo dice che avanzano dei soldi dalla campagna delle Europee e quindi li investono in questa roba qui. Sembra una novità, i soldi della politica che avanzano in genere tendono a restituirli in pompa magna. Insomma, deve andargli bene per forza, e così Grillo si impegna in quel che gli riesce meglio. E ecco le scene tratte dal film Ben Hur e il video di lui che gira al Circo Massimo.
Che in realtà con Ben Hur non c’entra niente. Nella storia – il film fu tratto da un libro, e prima di quella con Charlton Heston, memorabile, che conquistò il record delle 11 statuette di Oscar e si dovette aspettare Titanic con Di Caprio e la Winslet per eguagliarlo, ne erano state girate altre due versioni, mute –, la gara delle quadrighe, cioè tirate da quattro cavalli, e non bighe, si svolgeva nel Circo di Gerusalemme. Dove Ben Hur era tornato con la speranza di rivedere la sorella e la madre di cui aveva perso le tracce dopo essere stato mandato come schiavo sulle galere romane e poi liberato dal generale Arrio, che lo aveva anche adottato. E nel Circo di Gerusalemme si compie la sua vendetta contro Messala, amico di infanzia ma cinico soldato romano che aveva incarcerato sorella e madre, in una famosa scena di azione e violenza che è rimasta nella storia del cinema e nella memoria degli spettatori. Che continuano, perché Ben Hur – il cui titolo intero è: A Tale of the Christ, un racconto di Gesù, che appare senza vedersi un paio di volte – è uno di quei film che ti propinano sistematicamente a Natale o a Pasqua sulle televisioni nazionali.
Il Circo Massimo non c’entra niente neanche con la finzione cinematografica. Il film fu girato a Roma, certo, nel periodo d’oro in cui a Roma si girava mezza cinematografia mondiale, ma il circo fu ricostruito di sana pianta in una zona isolata, con fondali e scenografie. Roma, con le sue cupole e i suoi palazzi, era sempre troppo visibile e così “crearono” rupi e paesaggi per impedirne la vista. Furono utilizzate quarantamila tonnellate di sabbia, per il circo. Uno sforzo produttivo pazzesco. Chissà, magari avanzarono delle cose per tutto il ciclo dei peplum, quei film a sfondo romano in cui noi italiani andammo fortissimi, per un periodo.
Insomma, nessuna novità. Grillo fa approssimazione, come sempre, ma come sempre ci va vicino. Non è che stai lì a fare le pulci se erano quadrighe o bighe, se era a Gerusalemme o a Roma, se era proprio al Circo Massimo o nella campagna laziale. Tanto l’approssimazione è pure quella del suo Movimento, e fra loro si capiscono lo stesso.
D’altronde, se doveva proprio attenersi alla realtà storica, si sarebbe travestito da Sabrina Ferilli.
E va meglio così.

Nicotera, 26 settembre 2014

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