È di nuovo il Settantasette. Ora non ci sono più gli autonomi ma gli indipendentisti

carro-armato-venetoLo dicono le statistiche: l’Italia non ha mai avuto un tasso di disoccupazione così alto, se non nel 1977. Annus horribilis – ricordate: la rivolta di Bologna, l’insurrezione di Roma a due passi dal Palazzo, le pistolettate di Milano, il Sud in fiamme? I passamontagna, le P38, i colpi di fucile contro l’Assolombarda, Lama il gran capo della Cgil cacciato a cori di “scemo scemo” col suo servizio d’ordine, centinaia di migliaia di giovani per le strade a battersi contro i blindati e i poliziotti di Kossiga che si travestivano e sparavano a altezza duomo.
L’Italia era a pezzi, venivamo dallo shock petrolifero e dalle targhe alterne, le fabbriche iniziavano la robotizzazione e gli esuberi di mano d’opera, il precariato cominciava a diventare maniera diffusa del lavoro, l’inflazione raggiungeva cifre impressionanti, l’austerità era il mantra.
Quel movimento fu l’ultima grande battaglia del lavoro in questo paese: delle nuove forme del lavoro, della nuova forza lavoro. Fece una gran paura. I comunisti – che capiscono sempre le cose con anni di ritardo – dovettero aspettare la marcia dei quarantamila e la sconfitta alla Fiat per rendersi conto che la “fabbrica” era finita.
Lo Stato mise in campo tutta la violenza di cui disponeva, con migliaia di arresti e la scelta dello scontro militare. I comunisti seguivano, come le vettovaglie.
Poi ci fu il terrorismo delle Brigate rosse, e insomma questa è un’altra storia.
Lo dicono le statistiche: l’Italia è precipitata indietro al 1977.
Solo che stavolta non ci sono passamontagna e Autonomia operaia, organizzazione, lotta armata per la rivoluzione. C’è il referendum per il Veneto, i sardi di Disubbidientzia, i forconi di qua e di là. Sono piccoli imprenditori, piccoli commercianti, artigiani, ambulanti, disoccupati, fette di popolo produttivo strangolato da tasse e balzelli, indebitati sino all’osso, senza più credito, senza più fornitori, senza più clienti.
La rivolta fiscale sta progressivamente prendendo il posto della rivolta per il lavoro. Magari saranno le stesse cose o si apparentano, certo il mondo è cambiato da allora.
Solo lo Stato e la politica sembra restare sempre lo stesso: associazione sovversiva con finalità di terrorismo è il minimo che ti può capitare, da ora in poi, se parli di indipendenza. Che tu stia travestendo un trattore da carro armato o meno. È probabile che là in mezzo ci sia qualcuno fuori di testa, chi dice di no. Ma la strategia dello svuotare il mare di tutti i pesci non ha mai pagato, e anzi finisce con lo spingere verso l’estremismo e il terrorismo.
È già successo. Intenzionalmente.
Sta succedendo di nuovo. Intenzionalmente?
Bene, per quel che mi riguarda, ora come allora io grido: «Fuori i compagni dalle galere».

Nicotera, 3 aprile 2014

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