I veri freaks sono loro, Fabio e Littizzetto. La dittatura morale della racchiezza

luciana-littizzettoIntanto che il manto sepolcrale continua a coprire il festival – con effetti di tavolino parlante, perché Renzo Arbore evoca Roberto Murolo, Gino Paoli evoca Umberto Bindi, ed entrambi i due medium debbono dire che sono ancora vivi per convincere noi – in un continuo avvitamento carpiato all’indietro, si è incastonato il monologo della Littizzetto in terza serata. La Littizzetto chiudeva il suo sproloquio (ormai ripete come i bambini di due anni “cacca, cacca, cacca” per far ridere gli adulti) ammonendo i genitori che se non spiegavano oggi ai figli piccoli («i bambini capiscono tutto») che i seni delle donne in tv sono rifatti con la plastica e che i loro sorrisi sono stirati dal lifting, se domani, cresciuti, andranno a bruciare i barboni, se ne ricordino, la colpa è loro (le parole non sono letterali, ma il concetto era questo). Standing ovation della sala, in cui spiccavano nella prima fila diverse donne rifatte dalla testa ai piedi.
Quale mai possa essere la relazione tra le bocce al silicone e la violenza assassina, a esempio, dell’aggressione ai barboni di Genova di pochi giorni fa è davvero difficile da capire. Se non immaginando un moralismo dell’estetica (tutto il festival è improntato alla “bellezza”) il cui criterio guida è il ribaltamento di un supposto senso comune “televisivo” – dove domina il silicone e il lifting – che ha guastato le menti del popolo, e dove dovrà invece imperare il principio che ciò che è racchio è luminoso.
Quale autorevolezza morale, quale spessore culturale, quale esperienza sociale autorizza la Littizzetto a dire queste cose orribili più che sciocche? È come ammonire i genitori che se oggi danno una fetta di torta in più ai figli e domani, devastati dall’eroina, ti danno un’accettata in testa per rubarti i soldi dalla borsa, beh, te la sei cercata, no?
Quale disprezzo può covare dentro gli autori e i fini dicitori (Fabio e Littizzetto) di queste frasi contro l’estetica popolare povera, povera come i casermoni e le periferie che vivono, che sogna una “bellezza” che possa riscattarsi attraverso le imitazioni di chi ce la fa, le loro tette e i loro tatuaggi? Il contrappasso sarebbe la copia televisivamente ingigantita del quadro di Van Gogh finemente illustrato dal paggetto di Fazio?
È la dittatura morale dei racchi, come racchia è la piccola borghesia da cui provengono, racchia moralmente, e che ha trovato il riscatto nel denaro. Sono racchi e ricchi, hanno fatto – è questo il loro tempo – della loro racchiezza la via della loro ricchezza.
È questo il tempo di quest’Italia? Eravamo poveri ma belli, con orgoglio, e siamo diventati racchi e moralisti?
Fazio e Littizzetto sono dei mostri – ha ragione Fazio che, in conferenza-stampa rivendica di non essere un “buono”. Lui non è un buono, lui è un mostro.
Organizza un circo Barnum dei diversi e lo mostra al mondo per dirci che dobbiamo guardarli (e pagare lui, come al circo, che ce li mostra).
Ricordate Freaks, il meraviglioso film di Tod Browning? In un circo che mostra essere strani e deformi la bella Frida e il forzuto Ercole (i due “normali” che covano odio verso quei loro compagni di strada) si alleano per rubare l’eredità del proprietario, il nano Hans. Quando il loro orribile piano viene scoperto Ercole sarà ucciso e Frida ridotta a una “donna gallina” da mostrare al pubblico.
La Littizzetto è già una gallina e non corre rischi. Ma non sfregerà la poesia di Jessica Rabbit.
Mi appello all’Autorità Garante delle Comunicazioni, al presidente della Rai, Tarantola: fermateli. Cacciateli. Ora.

Messina 22 febbaio 2014

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Una risposta a I veri freaks sono loro, Fabio e Littizzetto. La dittatura morale della racchiezza

  1. LL (che scrivere il suo nome per intero è uno sbattimento assurdo ed è faticoso come stare ad ascoltarla) ha inevitabilmente e inesorabilmente spaccato la minchia e non mi viene francamente in mente nessun altro personaggio dello spettacolo così assetato di soldi, di bisogno di apparire anche e soprattutto nelle pubblicità. E’ in poche parole una persona pubblicamente amorale (poi magari a casa sua è una brava persona) e in quanto amorale ogni volta che tenta di fare moralità risulta invariabilmente e inevitabilmente fastidiosa e ipocrita! Che si fotta per sempre!!

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