Moriremo antiberlusconiani? Sai che palle

silvio_berlusconi_1Lo dico subito così ci togliamo il pensiero: se qualcuno propone l’ineleggibilità di Berlusconi, io manifesto contro. Non solo perché lo trovo di una assoluta e pericolosa mentalità di deriva giustizialista, ma soprattutto perché lo considero di una totale stupidità politica.
È più di quindici anni che la sinistra campa di antiberlusconismo, e questo è tutto il suo orizzonte politico, ideologico, morale e teorico. Mi pare che i risultati stiano qui a dimostrarne il vantaggio! La rendita politica — parassitaria come tutte le rendite — dell’antiberlusconismo si è andata progressivamente riducendo. E ora incattivendo, con la speranza che quanto più sia dura, tanto più torni a produrre profitto: se questa è la “nuova opposizione”, stiamo proprio freschi.
E se pure, fatta la tara dal moralismo bacchettone, avrebbe avuto un senso per quel che il berlusconismo ha significato in termini di politica economica, di smantellamento delle garanzie di diritto — che peraltro non sono mai stati il cuore della critica, visto che l’abbraccio al mercato e i tagli ai lacci a lacciuoli che soffocherebbero l’imprenditoria era l’uguale visione della sinistra democratica —, ora davvero, ora che il berlusconismo, come “regime ideologico” è finito, spazzato via dalla crisi economica, e è rimasto un partito politico con un leader, insistervi [smacchiare il giaguaro, rassicurare la sinistra europea riunita in conclave che il “compito” di vincerlo sarebbe stato esaudito: parola di Bersani] è davvero sciocco.
Il berlusconismo è la più grande “arma di distrazione di massa” che la sinistra abbia usato in questi anni, anni di crisi, di progressivo immiserimento, di recessione, di imbarbarimento: avere “nemicizzato” il berlusconismo andava anche bene, se questo avesse significato un ribaltamento di prospettiva; è stato invece una comoda autoassoluzione, insistendo su aspetti secondari, collaterali, di contorno, come se davvero questi fossero la “qualità specifica” e non invece una malattia del paese.
Berlusconi manifesta a Brescia contro una sentenza. E allora? Dov’è lo scandalo? Da quando non si può manifestare contro una sentenza? Da quando l’indipendenza della magistratura o la divisione dei poteri — entrambi elementi costitutivi di una sana civiltà — significano che l’uno si consegna all’altro a mani alzate? Non è proprio nella continua frizione, diciamolo anche: nel conflitto, tra l’uno e l’altro dei poteri, che sta il meccanismo “sano” delle democrazie? Berlusconi cerca di sottrarsi al giudizio? E allora? Dov’è lo scandalo? Da quando non si deve fare di tutto per opporsi, persino sottrarsi a un giudizio? Quanti, di quelli che fanno i Catoni, non si comportano esattamente così quando capita a loro? E se anche non fosse, non è certo questa la “regola”. Si è arrivati a contrapporgli l’atteggiamento di Andreotti, che invece si battè processualmente, come se a Andreotti — solo nella disgrazia, certo, che prima non ne aveva bisogno — fosse rimasta qualche altra possibilità “politica”, di difendersi, abbandonato, forse anche “consegnato”, a se stesso com’era da tutto il suo partito, privo di ogni eco, di ogni voce, di ogni pur timido appoggio: “il bacio a Riina”, che vergogna, averlo solo pensato, averlo spacciato, averlo “provato”, ma nessuno si discolpa di questo, figurarsi, la lotta politica renderebbe lecito questo, pan per focaccia, a brigante brigante e mezzo, e ci si sente pure a posto e pronti a dispensare sentenze di moralità.
Non vado dicendo che i giudici non debbano fare il loro mestiere, e assolvere Berlusconi se abbia commesso un reato, non predico né “l’accanimento persecutorio” nei suoi confronti né il suo “diritto all’impunità”. Dico solo che c’è un conflitto evidente di carattere politico e che politica debba essere la soluzione.
A me non importa tenere al riparo il governo Letta da questo tumulto berlusconiano: è nel fuoco di queste cose che Letta saprà, se è in grado, mostrare lo spessore e l’intenzione della prospettiva messa in campo.
Che ai ministri venga vietato “per pubblica opinione” di manifestare è davvero bizzarro. Se è lecito, come è lecito, che manifestino i giudici — sono altre le cose insopportabili, sui loro incarichi, sulle loro carriere, sulla loro enclave —, non vedo quale altro modo avrebbero i ministri di manifestare il loro pensiero e la loro posizione politica quando non corrisponde a quello del governo cui pure partecipano. Anche contro Prodi, che pure sostenevano, manifestarono i ministri. E allora? Dov’era lo scandalo? Ci sarà pure una distinzione tra il potere esecutivo e quello legislativo, o no? Tra l’amministrare e il fare politica? I sindaci, eletti per questo o quel partito o per una lista civica di partiti, non dovrebbero più manifestare contro le tasse che magari impongono per legge di governo?
La destra di Berlusconi va combattuta e battuta, certo. Vogliamo parlare di cose serie, allora? Vogliamo parlare di politica?

Nicotera, 12 maggio 2013

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