Lettera aperta ai compagni che sbagliano.

Nurse gives senior adult healthcare worker the Covid-19 vaccine

Mi chiedo come possa accadere che persone di raffinata cultura, sana intelligenza, specchiata militanza sociale e dal buon cuore, dicano orribili castronerie sui vaccini.
Metto qui il mio bignamino in merito: i vaccini non fermano il contagio ma impediscono che ai contagiati possa accadere il peggio – è cioè una protezione; più vaccinati abbiamo, più persone protette abbiamo, ossia abbiamo la possibilità di curare, con le ospedalizzazioni e le terapie intensive, quelli che comunque resteranno contagiati e che, per le patologie di cui soffrono, sono destinati a un decorso cattivo – è una questione di “economia sanitaria” oltre che di attenzione verso la popolazione tutta; la vaccinazione obbligatoria (a parte un inimmaginabile uso di risorse per “inseguire” i riottosi e i refrattari) non risolverebbe proprio nulla da questo punto di vista, perché resterà sempre una quota “ridotta” di non-vaccinabili (oltre che i “clandestini del no-vaccino”) e quindi possibili focolai di infezione. L’unica misura che abbiamo per circoscrivere e confinare il contagio è il lockdown – quanto più è duro il lockdown tanto più se ne riscontrano i risultati, ovvero la curva dei contagi scende drasticamente. Tutti i paesi del mondo che hanno applicato un lockdown duro ai confini esterni hanno avuto contagi bassi, e tutti i paesi che hanno applicato un lockdown duro all’interno sono riusciti a circoscrivere momentaneamente il contagio; e d’altronde, appena le misure del lockdown sono state allentate sono subito ripartiti i contagi. Moltiplicati dalla “furbizia” del virus che si fa variante. Ma il lockdown è una misura terribile – perché per un verso è il congelamento della vita sociale, per un altro contempla che ci sia comunque una quota di umanità “destinata” a produrre in mezzo al rischio, perché qualcuno dovrà pure raccogliere le insalate, impastare la pizza, impilare i libri, smerciare i prodotti, riempire gli scaffali – che poi noi ordineremo attraverso l’affidabile delivery che, rischiando anche lui, ce le porterà fino al nostro salotto o alla nostra cucina, per la nostra sicurezza. Difatti, la scelta fatta ovunque, in modo più o meno variabile, è stata quella di “combinare” la vaccinazione con l’allentamento di misure del lockdown – quante più vaccinazioni tanta più circolazione, accettando il rischio di una impennata dei contagi ma sapendo che la vaccinazione diffusa ne avrebbe attenuato gli effetti e sul sistema sanitario e sulle persone contagiate. Questo è il “nostro” calcolo di rischio – il virus poi fa il suo sporco lavoro, e non si attiene esattamente alle nostre misure, che sono imperfette. Il Green Pass – misura per certi versi detestabile, per altri sciocca e per altri ancora odiosa – è esattamente questo: una misura di mediazione tra la vaccinazione di massa (e quindi la quota di “non vaccinati”) e il lockdown. L’alternativa al Green Pass sono la colorazione delle zone fino al lockdown e la vaccinazione obbligatoria.
Due anni di pandemia dovrebbero avere reso senso comune queste mie osservazioni banali. E invece.
Si è sviluppata e consolidata una sorta di contro-cultura contro la “scienza medica”, accusata, in toto di essere al servizio delle Big Pharma e del capitale. Intendiamoci: non che le Big Pharma in nome del proprio profitto non orientino le politiche sanitarie di tutti i governi – lo smantellamento dei sistemi sanitari nazionali, oltre che dall’orda generale del liberismo per le privatizzazioni e anti-pubblico, è stato supportato dai profitti delle grandi compagnie farmaceutiche. Che il nostro corpo e la nostra “medicalizzazione” siano diventati il terreno del profitto – sia nel bombardamento farmaceutico sia nella produzione di protesi sia nel “tenerci in vita” oltre ogni ragionevole umanità – non dovrebbe poi stupirci, nell’evoluzione propria del capitalismo e del suo intervento nel ciclo biologico, sia in salute (e benessere, fitness e wellness), sia in produzione sia in malattia. D’altronde, ci piace vivere.
La scienza medica è perciò considerata, da questa contro-cultura, “venduta al capitale”, senza rimedio. I centri di ricerca sono additati come luoghi infernali in cui si scoprono, ovvero si “inventano”, malattie per poter produrre nuovi farmaci, in realtà così continuando a debilitare il nostro corpo per gli interessi di Big Pharma. Ci uccidono, mentre ci danno farmaci. L’unica salvezza sta nel sottrarsi. E nell’opporsi.
Questa contro-cultura non disdegna ovviamente il metodo scientifico, anzi. Perciò, produce quantità sterminate di disegni, grafici, resoconti, report, storiografie e bibliografie, in modo circolare – da cui si può evincere questa straordinaria verità: c’è un piano del capitale.
Nella pandemia, questa contro-cultura è esplosa, e qui, ovviamente, non sto parlando di quelli che vanno in giro con la croce su cui è scritto: «il nostro vaccino è gesù». Durante il lockdown è rimasta silente, “in sonno”. Ma all’arrivo dei vaccini, si è scatenata. Perché il vaccino è la consustanziazione di ogni loro discorso contro la scienza medica. Discorso che, pur affiancandosi a quello dell’oscurità e dell’irrazionalità del gesù salvatore dal contagio come il male minore intanto che si fa “massa critica”, si vanta di analisi, dettagli scientifici, verità conclamate. Rileggendo tutta la pandemia alla luce di questo “prisma”: Big Pharma. I vaccini – vedete – non ci salvano; i contagi – vedete – aumentano; tutti i numeri – vedete – dai decessi alle terapie sono manipolati. L’unica salvezza – vedete – è sottrarsi.
La forza di questa contro-cultura sta nel fatto di essere una ideologia compiuta e di ammantarsi di opposizione radicale; la tecnica è quella del vittimismo (siamo perseguitati dal mainstream); la platea è quella della significativa quantità di persone che nutrono dubbi e perplessità, e che in cuor loro non è che sono tanto convinti che i governi facciano sempre gli interessi della società e che arrivano al vaccino per paura o perché costretti.
In questa “visione” no-vax tutti i governi del mondo complottano insieme a Big Pharma ai danni della popolazione e del pianeta – e poco conta che Trump e Bolsonaro siano stati due feroci negazionisti, forse due nostri “eroi” contro Big Pharma? Sarà per quello che Big Pharma ha manipolato le elezioni americane per far vincere Biden? Si sottovaluta così l’impatto terribile che il contagio ha avuto sui governi e sullo stesso ciclo del capitale – il capitalismo è imperfetto, è per quello che è nato il socialismo, che era il tentativo di perfezione dell’uomo nuovo e della nuova produzione, ma i risultati, si sa, hanno lasciato l’amaro in bocca.
E si sovrappongono due questioni: la critica alla gestione della pandemia – che è stata disastrosa, soprattutto all’inizio, provocando, letteralmente, migliaia e migliaia di morti – e la pandemia, che ha “goduto” dell’impasse e dell’impreparazione dei governi, oltre che dei comandamenti del capitale, ovvero la globalizzazione e l’impossibilità a fermarsi, diffondendosi e colpendo. Ma uno può mai pensare che i governi perseguano deliberatamente, nella pandemia, la morte di migliaia e migliaia dei propri “elettori”, e non piuttosto provare in qualunque modo a trovare rimedio, cercando diverse vie del rimedio, proprio perché altrimenti la gente li va a prendere con i forconi?
Il risultato è che nella polarizzazione tra vaccinatori a oltranza e no-vax a oltranza, è diventato impossibile imporre una critica alla gestione della pandemia – a esempio, che le terze dosi vadano fatte seguendo progressivamente un criterio di fragilità e di età, fermandosi quando le cose mostrano un netto miglioramento, e non fare una “crociata” per cui andrebbero vaccinati subito anche i cani e i gatti di casa.
Non riesco a immaginare, al momento, come possa diventare fertile il comune terreno della critica al capitalismo e ai profitti delle grandi industrie farmaceutiche, se non tenendo ferma la necessità della vaccinazione. Cioè, della scienza medica. E come si possa opporsi al lockdown, tenendo ferma la necessità di mettere vieppiù in sicurezza vaccinati e non-vaccinati, visto che gli uni temono gli altri come fonte possibile di contagio (i no-vax considerano i vaccinati più pericolosi, perché tranquilli e sicuri di non essere portatori).
Una cosa mi sento però di chiederla alla contro-cultura dei no-vax: quella di staccarsi e di criticare quel mondo oscuro e irrazionale, soprannaturale, che alimenta le paure collettive. A loro non interessa nulla della critica al capitale e ai governi – e se interessa, è in nome di una reazione orribile: non sono “compagni che sbagliano”, non fanno parte del vostro “album di famiglia”. Non giustificate la vostra convivenza con questa oscurità con il fatto che i vaccinatori a oltranza sono uguali e contrari, stessa aggressività di quella, anche noi pro-vax abbiamo i nostri mostri.
Sta a noi, certo, alzare la voce contro i nostri mostri – e per la verità, siamo stati sempre in silenzio, forse troppo in silenzio e appartati. Voi, alzate la voce contro i vostri mostri. Magari, chissà, così qualche passo riusciamo a farlo.

Nicotera, 18 novembre 2021.

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