Si vota a novembre, e pure a maggio, cioè due volte. Come in Grecia. Chi sarà il nostro Samaras? I risultati di un sondaggio sulle intenzioni di voto*

Se si votasse a novembre, con la legge elettorale attuale, dall’immagine che vedete, i risultati delle intenzioni di voto indicano chiaramente uno stallo: nessuno vince incontrovertibilmente e nessuno è definitivamente sconfitto. Nessuna alleanza post-elettorale, anche quella che divide e flagella pesantemente la sinistra, ovvero il patto con Casini, avrebbe i numeri per governare se non in minoranza. Pure imbarcando l’Api di Rutelli e il Fli di Fini. E persino una riedizione della triade attuale che sostiene Monti, ammesso qualcuno abbia la volontà di rieditarla, non avrebbe una maggioranza come quella garantita dall’attuale parlamento. Né il PdL, anche in alleanza con la Lega e con la Destra di Storace – facciamo ipotesi tanto per fare ipotesi, che i due assieme è difficile vederli – e aggregando vari micro-partiti [Forza-Sud, Giannino, Mpa, ecc] potrebbe governare. In questa situazione, non si potrebbe che tornare alle urne. Come in Grecia, sotto il pesante condizionamento dell’Europa tutta e del “senso di responsabilità”.
Il che porta a tre considerazioni:
– la prima: che qualcuno ci stia effettivamente lavorando e puntando: cioè, mentre in Grecia è stata casuale la seconda necessaria votazione, da noi si starebbe pilotando; e a questo punto la domanda è: chi sarà il nostro Samaras?
– la seconda: chi sarà il prossimo presidente della repubblica, dopo il primo voto che richiederà il secondo, cioè qualcuno che mantenga un carattere di “continuità istituzionale” nello stallo dei partiti politici e nella loro scomposizione-ricomposizione?
– se questo sondaggio ha credibilità – non per il suo rigore e per la sua scientificità, ma per quell’aleatorietà delle dichiarazioni che sono più radicali del voto reale – chi ha interesse a non fare nulla per una nuova legge elettorale, e “sfruttare” il fenomeno Grillo come un elemento di indebolimento generale e non specifico [di questo o quel partito], cioè di frammentazione esasperata per riproporre sotto altre spoglie il montismo?
Tutti gli indizi portano a un nome: Casini. Ma questa è solo una mia considerazione.

* Una premessa necessaria: il sondaggio ha registrato un 38 per cento di decisa dichiarazione di astensionismo. Questi “elettori” non sono stati presi in considerazione nella distribuzione percentuale delle intenzioni di voto; invece, è stato messo in conto un 20 per cento di indecisi, che non hanno ancora stabilito a quale lista dare il proprio voto, ma che sono assolutamente convinti di andare a esprimere il loro diritto-dovere di cittadino e che, con ogni probabilità, solo a ridosso della effettiva chiamata alle urne matureranno un convincimento. È difficile stabilire adesso cosa davvero farà quell’esercito di astenuti e dove spalmeranno il loro voto gli indecisi, e quindi questa avvertenza intende “ponderare” i risultati, che però esprimono pure delle chiarissime evidenze. Il campione di sondaggio sulle intenzioni di voto per le prossime elezioni è stato realizzato, nei quindici giorni compresi fra il 13 e il 26 agosto, in nove località collocate al nord, al centro e al sud, isole comprese (tre per ciascuna area geografica, in province diverse l’una dall’altra e di dimensioni territoriali e demografiche differenti l’una dall’altra) e ha coinvolto un centinaio di volontari. Per ciascuna località, le interviste sono state realizzate in sei situazioni di massa e trasversali (centri commerciali, mercati, ospedali, stadi, sagre, lidi). Il questionario è stato preparato dall’università la Sapienza e dal Politecnico di Torino, utilizzando tecniche già rodate dall’università di Rotterdam e dalla Duke University, Usa. Le interviste sono state realizzate presso degli appositi banchetti – situati in snodi di transito e passaggio – dove era ben visibile un cartello con la scritta “Sondaggio per le intenzioni di voto – volontariato” e veniva immediatamente detto che non vi era alcuna affiliazione a partito o a qualsivoglia organizzazione politica. Le identità delle persone che hanno concesso la loro opinione venivano verificate attraverso l’esibizione di un documento di identità (carta, patente, tessera sanitaria, licenza nautica, porto d’armi) di cui si effettuava la registrazione solo del numero senza altri dati personali. A queste “opinioni di strada” sono state aggiunte numerose interviste realizzate attraverso alcuni ordini professionali e federazioni di categoria, che ringraziamo qui per la loro disponibilità, la cui veridicità e verifica non può certo essere messa in discussione. Si è scelto, deliberatamente, di evitare il web e, a parte gli ordini professionali e le federazioni di categoria che invece hanno utilizzato il telefono, tutti i dati sono “di prima mano”. I dati registrati e i moduli sono al momento depositati presso lo studio di un notaio, sito in Roma, con l’obbligo della loro distruzione (a mezzo apposita macchina distruggi-documenti) sotto la nostra supervisione entro trenta giorni dalla consegna.

Nicotera, 29 agosto 2012

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