se la sinistra fosse ora al governo

Se Bersani fosse premier invece di Berlusconi, e la lettera della Bce fosse arrivata a lui non credo staremmo messi meglio.
Non credo che avremmo una maggiore credibilità internazionale, perché a esempio sulla Libia l’alleanza di governo si sarebbe già spaccata e chissà che formula avrebbe trovato per non far nulla o intervenire a metà (come Berlusconi, d’altronde). certo, anche la Germania non è intervenuta, ma la Germania compra bond, mentre noi li vendiamo.
Sulla patrimoniale, sulle pensioni, sull’evasione fiscale, sull’iva, ci sarebbero state altrettante tensioni, così su Marchionne (Fassino avrebbe fatto una conferenza-stampa per appoggiarlo) e sulle proposte della Confindustria.
L’europeismo prodiano sarebbe emerso come ancora di salvataggio, scatenando invece le tensioni “a sinistra”.
In realtà, nonostante Bersani abbia dichiarato: «Siamo pronti a rispettare le indicazioni sui conti, ma sulle ricette vogliamo discutere», la maggior parte del suo tempo lo avrebbe trascorso discutendo con i neodem, i democratici-davvero, gli ex-ppi e tutti gli altri, su cosa fare per le primarie in Abbruzzo o in Basilicata o vattelapesca.
Saremmo già in default, tipo la Grecia, o avrebbero approvato tagli da provocare sconquassi sociali peggiori.
Questa sinistra non è attrezzata per rovesciare la crisi in occasione, e saprebbe solo governarla con durezza.
Meglio tenersi Berlusconi allora?
No, meglio cambiare sinistra.

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