provare per credere

è il metodo del “fai-da-te”: una folla di creditori ha assaltato il capannone della aiazzone per portarsi via tutto quello che si poteva. si sono presentati con camion, furgoni, automobili. molti di loro erano immigrati che, come tutti gli altri, avevano pagato rate di mobili che non hanno mai visto. anche pezzi di pavimentazione sono stati divelti e di rete elettrica.

sembra un buon metodo, questo, di risarcimento, di riscossione crediti, altro che gerit e equitalia. invece di aspettare le lunghe cause civili e la possibilità di rifarsi su un patrimonio che spesso è inafferrabile e inaccessibile, esasperati, i creditori si arrangiano, recuperando quello che possono.

si dovrebbe provare a applicarlo verso le banche insolventi o le agenzie immobiliari e quelle che rastrellavano i risparmi per investirli in improbabili derivati finanziari. con il denaro tutto si fa complicato: così è accaduto ai creditori di parmalat, a quelli dei bond argentini, a quelli del crac della cirio. tutto troppo immateriale.

però, ci sono immobili, strumentazioni, macchinari, mobili, quadri, ogetti di valore, nelle case, negli uffici, nei capannoni. a volte, le lunghe cause giudiziarie si traducono in un nulla di fatto.

nel caso aiazzone, si è pensato diversamente. come diceva il bravo guido angeli: provare per credere. no?

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